Capitolo secondo

Non so da quanto tempo ci sto pensando, di scrivere un po’ di storia del tempo che fu. Può darsi che serva ai giovani come ricerca culturale, perché sono inseriti fatti e luoghi storici reali. 1° ottobre 1939 – primo giorno di scuola. La scuola era una costruzione nuova, eretta vicino alla chiesa. Stessi compagni dell’asilo, con la differenza che nella quarta classe c’erano degli alunni nati nel 1928 — ripetenti, molto duri di comprendonio. Ma non era tutta colpa loro: a casa dovevano fare i più svariati lavori — dal lavoro nei campi al pascolo delle mucche, dal taglio della legna nei boschi al trasporto del letame nei campi con il gerlo, dal tagliare l’erba con la falce al portare il grano al mulino a macinare, dal far scendere dal monte la legna con la teleferica al raccogliere le castagne sul monte Paina. E così… addio compiti a casa!

Ricordi di scuola

A scuola le classi erano miste: prima e seconda, terza e quarta. Massima severità — altrimenti, scappellotti! Tre quadri mi hanno colpito la fantasia: erano appesi sopra la cattedra della maestra — il Papa in mezzo, ai lati Benito Mussolini e Vittorio Emanuele III, Re d’Italia. Avevamo la cartella (una borsa di cartone). Il contenuto era semplice: il sillabario, un quaderno a righe, uno a quadretti, una matita e una penna con il pennino (il calamaio si trovava nel banco). Un lusso, se avevamo i gessetti (sette colori)! Il problema erano gli zoccoli: di legno. Quando si consumavano, mio padre metteva sotto dei rinforzi ricavati dai barattoli di latta. Così, quando il viottolo era gelato, andavo spesso a gambe all’aria! A scuola, in inverno, un freddo cane: una stufa a legna per ogni aula di due classi. La bidella (zia Tine) le accendeva già alle sette, ma la legna era umida e faceva un fumo da sembrare una bolgia infernale. Conseguenza: porte aperte e freddo! Sotto gli zoccoli restava sempre un po’ di fango, e così un giorno, mentre la maestra si era momentaneamente assentata, un nostro compagno cominciò a levarsi dei pezzettini di fango dagli zoccoli e iniziò un tiro al bersaglio contro il quadro di Benito Mussolini. Arriva la maestra e trova il quadro imbrattato di fango… naturalmente, nessuno era stato!

Spaventata, chiama la bidella e lo fa pulire subito: se le autorità lo avessero scoperto, il colpevole sarebbe stato espulso dalla scuola! Che dire di quel periodo? Per raccontare gli avvenimenti della Seconda guerra mondiale bisognerebbe scrivere un libro a parte. Mi limiterò a narrare i fatti che più mi sono rimasti impressi nella memoria.